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22 Nov 2024 8:20
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COMO, 13 ottobre 2006 - Paolo Bettini con le mani sulla faccia coperta dalle lacrime celebra la sua vittoria più emozionante. Più bella. Il primo abbraccio è per Monica, la moglie. Poi tocca a Francesco, 11 anni, il figlio di Sauro, che appena viene stretto tra le braccia scoppia a piangere. I due stanno fronte a fronte. "Sai Francesco che oggi non ero solo a pedalare". "Sei stato forte zio". "Sono stato forte perché eravamo in due a spinegere". "C’era anche papà che ti ha aiutato. Vero zio?". Poi, Paolo si asciuga le lacrime, ma prosegue a fatica. Ogni tre parole, un sospiro. Un groppo da deglutire.
"Se Olimpiade e Mondiale sono le mie più belle vittorie dal punto di vista sportivo - dichiara Bettini emozionato dopo l’arrivo - questa lo è dal punto di vista umano. Anzi, è la vittoria più bella in assoluto. E’ stato un finale di stagione molto intenso, complicato. Dopo il Mondiale con quello che è successo non ho potuto fare solo il corridore e pensare di vincere qui sembrava impossibile. per riuscirci ho dovuto inventare qualcosa di speciale. Ma se non fossimo stati un due non ci sarei riuscito lo stesso. Nell’ultimo chilometro ho provato sensazioni belle, brutte, tristi, felici. Tutte molto intense. Se prima Sauro aiutava i tifosi, ora aiuta me".
"Questa vittoria è una liberazione. Mi seriva per sfogarmi. Quando la mia famiglia mi ha chiesto di ripartire dopo il dramma ho accettato a una condizione, che si ripartisse tutti uniti e, se possibile, ancora più forti di prima. "Ho attaccato sul Ghisallo perché sono matto. Ho voluto esagerare, ma volevo fare qualcosa di speciale. Forse con il mio modo di correre ho perso tante corse, ma mi sono tolte anche soddisfazioni enormi. Se ti accorgi che metti in difficoltà gli altri sul Ghisallo sai che hai molte possibilità di vincere. Certo che non ero sicuro, ma ero tranquillo. Quando scendendo dal Civiglio ho visto che c’era Wegmann ho preferito aspettarlo, tanto anche se avevo i crampi ero tranquillo".
Tra sudore e lacrime, dopo la corsa, Bettini era disidrato ed è rimasto un’ora e quaranta minuti prima di riuscire a riempire il bicchierino per l’antidoping. "E’ la prima volta in vita mia che faccio cilecca. Ma se proprio deve capitare meglio che succeda qui", dice con un sorriso che scioglie molte tensioni. In Lungo Lario Trento, 8" dopo Bettini sono arrivati Sanchez e Wegmann, poi Moreni, Rebellin e tutti gli altri. Ma oggi è stata la giornata di Paolo. Che sia anche il Lombardia numero 100, che solo sei campioni prima di lui sono riusciti nell’accoppiata Mondiale-Lombardia, che per protesta contro gli organizzatori le squadre abbiano impedito al Grillo di salire sul podio per la premiazione sono cose che passano in second’ordine. Oggi Paolo Bettini ha fatto il capolavoro.
Fonte: www.gazzetta.it
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